Per le Olimpiadi del 1984 viene scelto un paese nuovo nel panorama degli sport invernali, la Jugoslavia con la città di Sarajevo. Un paese che si presenta senza grande storia (nessuna medaglia mai conquistata ai Giochi Invernali) ma con l’entusiasmo e l’ospitalità della sua gente. Un entusiasmo che accresce con l’impresa di Jure Franko, slalomista di casa che rompe il tabù e porta il suo paese per la prima volta sul podio con l’argento conquistato nel gigante. Vi fu il ritorno del Messico dopo la sua unica parteciparono nel 1928 ed entrarono per la prima volta nell’arena olimpica il Senegal, l’Egitto, Porto Rico e le Isole Vergini. Purtroppo il futuro per Sarajevo negli anni Novanta sarà quanto mai atroce: devastata dalle guerre seguite alla disgregazione della Jugoslavia, posta sotto il tiro dei cecchini e con un lento ritorno alla normalità tra morte e distruzione. Nel 1984 per fortuna si parla ancora di sport. Oltre a Franko nello sci alpino sono i fratelli Phil e Steve Mahre ad imporsi con l’oro e l’argento dello slalom. Sono americani così come il vincitore della discesa, William Johnson, ed aprono la via agli sciatori a stelle e strisce verso le vette dominate dai paesi alpini. Grande successo lo raccolgono Jane Torvill e Christopher Dean con la loro interpretazione del Bolero che strappa un successo mai visto a pubblico e giuria, consegnando ai due britannici l’oro del pattinaggio artistico a coppie. Anche la tedesca orientale Katarina Witt diventa una stella, sia per la bravura che la porta all’oro del pattinaggio artistico individuale sia per la sua bellezza. L’Italia vinse due medaglie d’oro, una nello slalom speciale femminile con Paola Magoni Sforza e una nello slittino con Paul Hildgartner . La Repubblica democratica tedesca ottenne il primo posto nella classifica ufficiale delle nazioni con 24 medaglie di cui 9 d’oro, 9 d'argento e 6 di bronzo seguita dall’URSS con 25 medaglie e dagli Stati Uniti con 8 medaglie.
Paola Magoni - oro
Paul Hildgartner - oro
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