Costante Girardengo e' stato uno dei corridori piu'
famosi e amati del ciclismo. A trent'anni dalla morte, il cui
anniversario ricorre sabato, il suo nome ancora risuona nelle menti
degli appassionati e, grazie ad una celebre canzone, di tutti gli
italiani. 'Campionissimo', come lo defini' Emilio Colombo, direttore
della Gazzetta dello Sport dell'epoca. Quel soprannome, che poi sara' di
Fausto Coppi, bene si addiceva a quell'omino di Novi Ligure, 165 cm di
nervi e talento. Ed e' proprio nel paese in provincia di Alessandria che
inizia la storia di Girardengo, il 18 marzo 1893. Costante e' il quinto
di sette figli. I genitori hanno un'osteria, lui studia fino alla
sesta, poi lavora nell'attivita' di famiglia, in un laboratorio chimico,
presso un armaiolo e all'Alfa di Tortona. La sua storia di sportivo
comincia con un confronto fuori dagli schemi. Un altro campione
dell'epoca, Dorando Petri, reduce dall'impresa di Londra 1908, torna
nella sua citta' di nascita e sfida nella piazza del mercato chiunque ne
abbia desiderio a rincorrerlo e a raggiungerlo con qualunque mezzo:
Costante non ci pensa due volte, inforca la bici e batte l'eroe della
maratona. E' il suo primo premio, le prime due lire guadagnate. Ma il
padre non apprezza la passione del figlio che, seppur dotato, non vuol
saperne di lavorare ed e' sempre con la testa alla bici. Lo scontro si
fa aspro e un giorno, quando Costante ha quattordici anni, il padre
preso dall'ira gli scaraventa la bicicletta dalla finestra. Ma il
giovane Girardengo e' testardo e convince il genitore a suon di vittorie
e a diciotto anni ha gia' un bel gruzzolo da parte. Inizia a correre
nel 1909, a diciassette anni lo pagano gia' 6 soldi al chilometro in
caso di vittoria, mentre nel 1911 i soldi diventano 12 quando conquista
22 delle 29 corse a cui partecipa. Ma e' del 1913 l'impresa piu' bella:
si disputa il campionato italiano ad Alessandria e Costante, che sta
facendo il militare a Verona, chiede una licenza, partecipa alla gara e
vince. Tornato in caserma, viene punito con quindici giorni di cella di
rigore e trenta di prigione semplice. Lo stesso anno vince la
Roma-Napoli-Roma, granfondo di 610 chilometri. Saranno ben nove i titoli
tricolori, con due Giri d'Italia (1919 e '23), sei Milano-Sanremo
(1918, '21, '23, '25, '26, '28), tre Giri di Lombardia (1919, '21, '22)
per un totale di 128 successi su strada e ben 965 in pista. Gli manca,
al contrario di quanto accade al suo contemporaneo Bottecchia, la grande
vittoria internazionale (unico successo nel 1924 al Gp Wolber), che lo
fa entrare in contrasto con Henry Desgrange. Il patron del Tour de
France provoca Girardengo in piu' di un'occasione dicendo che ha paura
di confrontarsi con il suo corridore di punta Henri Pelissier, ma lui
non cede e anzi rilancia. Il 26 luglio del 1923, anno in cui
"Bottescia'" si piazza secondo alla sua prima partecipazione alla Grande
Boucle, scrive una lettera a Desgrange in cui invita "tutti i corridori
del mondo a incontrarsi con me in una corsa a cronometro di 300
chilometri sul percorso, ad esempio, della Milano-Sanremo. Se si
considera che le strade italiane mi sono favorevoli, io accetto un
percorso su strade straniere dai 300 ai 600 chilometri anche sulle
strade del tipo Galibier e Izoard. Posta per ciascun incontro di lire
50.000. Epoca degli incontri a scelta degli avversari. Da oggi io sono
pronto. Costante Girardengo". La sfida non si realizza, ma Girardengo
conferma la sua passione per le sfide che lo portera' a gareggiare per
venticinque anni: di qualche anno prima, 1914, la vittoria nella tappa
del Giro d'Italia piu' lunga della storia, la Lucca-Roma di 430
chilometri. L'ultima gara la vince a 43 anni dopo essersi confrontato
con tre generazioni di corridori, da Gaetano Belloni (che per causa sua
si guadagno' l'appellativo di 'eterno secondo') ad Alfredo Binda (che lo
fece soffrire molto soffiandogli il Mondiale del 1928). Dopo il ritiro
dall'attivita' si dedica prima al tiro a volo, diventando azzurro, per
poi essere nominato commissario tecnico della Nazionale di ciclismo e
guidare nel 1938 Gino Bartali alla prima vittoria al Tour de France.
S'impegna fondando un'azienda di biciclette che porta il suo nome,
mentre la sua carriera e' caratterizzata dal rapporto con il bandito
Sante Pollastri (o Pollastro). Si spegne ad Alessandria il 9 febbraio
del 1978.
Queste, anno per anno, le grandi vittorie di Costante Girardengo:
1913 - Primo successo al Giro d'Italia: Girardengo vince la sesta
tappa, 256 km da Bari a Campobasso, battendo allo sprint Giuseppe Azzini
e Carlo Oriani. Primo trionfo anche al Campionato italiano:
conquistera' dieci titoli di fila fino al 1925 (tra il 1915 e il 1918 la
manifestazione non si disputo' per la Prima guerra mondiale).
1914 - Seconda vittoria al Giro: si aggiudica la terza frazione, la
Lucca-Roma di 430 km, tappa piu' lunga nella storia della corsa. Prima
affermazione alla Milano-Torino, gara che Girardengo conquistera' altre
quattro volte (1915, 1919, 1920, 1923).
1918 - Girardengo precede Gaetano Belloni e si aggiudica per la prima volta la Milano-Sanremo.
1919 - Girardengo domina il Giro d'Italia, imponendosi in sette delle
dieci tappe in programma. In classifica generale precede di 51'56"
Belloni e di 1h05'39" il belga Marcel Buysse. Primo successo al Giro di
Lombardia, ancora una volta su Belloni, l'eterno secondo.
1921 - Bis alla Sanremo (davanti a Giovanni Brunero) e al Lombardia (sul solito Belloni) e quattro vittorie di tappa al Giro.
1922 - Un successo parziale al Giro e terza affermazione al Lombardia davanti a Giuseppe Azzini.
1923 - Per Girardengo arriva la seconda vittoria al Giro d'Italia,
addirittura con otto vittorie in dieci tappe. Il campionissimo chiude
con 37" su Brunero e 10'25" su Bartolomeo Aymo. Tris alla Sanremo a
spese di Belloni.
1924 - Girardengo vince il GP Wolber, considerato l'antenato del Mondiale.
1925 - Quarto successo nella Milano-Sanremo e sei tappe al Giro d'Italia, che pero' viene vinto da Alfredo Binda.
1926 - Pokerissimo alla Sanremo e due frazioni al Giro: il totale di successi nella corsa sale a 30 (e' il quarto di sempre).
1928 - Sesta e ultima affermazione alla Sanremo (su Binda), record che sara' superato solo nel 1976 da Eddy Merckx.
Francesco De Gregori "Il bandito ed il campione" Girardengo
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