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lunedì 23 aprile 2012

I GRANDI DEL CICLISMO : LEARCO GUERRA

 
 
Learco Guerra (San Nicolò Po, 14 ottobre 1902 – Milano, 7 febbraio 1963)  ciclista su strada, pistard e dirigente sportivo italiano. Professionista dal 1928 al 1944, fu campione mondiale nel 1931, vinse la Milano-Sanremo del 1933 e i giri di Lombardia e d'Italia del 1934. Si aggiudicò in totale 83 corse.Rivaleggiò spessissimo con Alfredo Binda, altro campione dell'epoca, e suo coetaneo. Formidabile passista, forte anche in volata in virtù del fisico possente, benché poco propenso alle salite, fu soprannominato da Emilio Colombo, direttore della Gazzetta dello Sport tra gli anni 1920 e 1930, "la locomotiva umana".
Fu un ciclista popolarissimo, molto amato anche nel meridione; di ritorno dal Tour de France 1930 ricevette addirittura un assegno, frutto di una sottoscrizione dei suoi compaesani, con il quale poté comprarsi casa. Fu anche, suo malgrado, simbolo dell'Italia fascista, incarnando il mito dell'italiano giovane, forte e coraggioso; durante il ventennio dovette anche donare diverse sue medaglie alla Patria come finanziamento per la Guerra d'Etiopia.Iniziò la propria attività agonistica abbastanza tardi, lanciato da Costante Girardengo in funzione anti-Binda, e passò professionista a 27 anni, riuscendo a togliersi comunque diverse soddisfazioni. I suoi anni migliori furono quelli dal 1929 al 1934, tra le file della Maino: in queste stagioni vinse cinque Campionati italiani su strada consecutivamente, dal 1930 al 1934, i Campionati del mondo su strada del 1931 a Copenaghen, nell'unica edizione disputata a cronometro su 172 chilometri di percorso (li coprì alla media di 35,136 km/h), la Milano-Sanremo del 1933 e il Giro d'Italia 1934, aggiudicandosi ben dieci tappe.Giunse peraltro due volte secondo al Tour de France ed anche in altre due edizioni del campionato del mondo.Fu il primo ad indossare, in assoluto, la maglia rosa: istituita nel 1931, quale simbolo del primato in classifica e del giornale che organizzava la corsa (La Gazzetta dello Sport), venne indossata dal campione mantovano, vincitore della tappa inaugurale del diciannovesimo Giro d'Italia, la Milano-Mantova. Complessivamente al Giro d'Italia si impose 31 volte, preceduto nel computo delle vittorie di tappa solamente da Cipollini e da Binda. Il suo primo titolo italiano lo conquistò in pista a Carpi nella corsa a punti (1929) così come il suo ultimo campionato italiano nel 1942 al Velodromo Vigorelli di Milano nella corsa dietro motori a 40 anni. Il suo palmarès comprende 86 vittorie totali (compresa una Sei giorni su pista) e fino agli anni settanta il suo record di vittorie in una stagione agonistica rimase imbattuto.Appesa la bicicletta al chiodo, dopo essere stato il primo commissario tecnico della nazionale del dopoguerra, intraprese la strada del direttore sportivo con ottimi risultati. Dall'ammiraglia guidò, per esempio, Hugo Koblet, Carlo Clerici e Charly Gaul, con i quali vinse quattro Giri d'Italia. I suoi ultimi corridori furono Vittorio Adorni e Gianni Motta, già opzionato per il passaggio al professionismo ma che non fece in tempo a dirigere. Morì prematuramente in seguito ai postumi di due operazioni affrontate per tentare di sconfiggere il morbo di Parkinson.Nel 1994 a Mantova è stato aperto un museo storico dedicato a Guerra, custodito dai volontari dell'Associazione Nazionale Azzurri Mantovani e che ospita diversi cimeli, tra cui la prima maglia rosa del 1931 e la maglia di campione del mondo; la sede, in Piazza Broletto, in alcune sale del Palazzo del Podestà, era la stessa del museo dedicato ad un altro celebre sportivo mantovano, il pilota Tazio Nuvolari. Attualmente il materiale del museo dedicato a Learco Guerra è in attesa di una nuova sede.

Learco Guerra (San Nicolò Po, October 14, 1902 - Milan, February 7, 1963) road cyclist, Italian riders, and sports manager. Professional from 1928 to 1944, was world champion in 1931, won the Milan-Sanremo in 1933 and turns of Lombardy and Italy in 1934. He won a total of 83 corse.Rivaleggiò often with Alfredo Binda, another sample of the time, and his contemporary. Formidable long distance cyclist, also strong in the sprint because of the physique, though unwilling to go up, he was nicknamed by Emilio Colombo, director of the BBC between the years 1920 and 1930, "the human locomotive".It was a popular rider, also popular in the south; return from the Tour de France 1930 even received a check, the result of a subscription of his countrymen, with whom he could buy the house. He was also, in spite of himself, a symbol of fascist Italy, embodying the myth of Italian young, strong and courageous during the twenty years he had also donate several of his medals to the country as funding for the War of Ethiopia. He began his racing activities rather Later, Constant Girardengo launched an anti-Binda, and went professional at 27 years, managing to take off, however, different satisfactions. His best years were those from 1929 to 1934, between rows of Maino: In these seasons he won five consecutive Italian championships on the road, from 1930 to 1934, the world road championships 1931 in Copenhagen, in the only disputed issue in 172 km time trial on the route (they covered an average of 35.136 km / h), the Milan-Sanremo in 1933 and the Tour of Italy 1934, winning ten tappe.Giunse also twice second in the Tour de France and in other two editions of the championship mondo.Fu the first to wear, overall, the pink jersey: established in 1931 as a symbol of supremacy in the standings and the newspaper, which organized the race (La Gazzetta dello Sport), was worn by the sample Mantua, winner of the inaugural stage of the Giro d'nineteenth Italy, the Milan-Mantua. Overall in the Tour of Italy prevailed 31 times, preceded in the computation of stage wins only by Binda and Cipollini. His first Italian championship in Carpi on the track it captured in the points race (1929) as well as his last Italian Championship in 1942 at the Vigorelli Velodrome in Milan in the race behind motors to 40 years. His prize list includes 86 total victories (including a six days on the road) until the seventies, and his record of victories in a season was imbattuto.Appesa the bicycle to the nail, after being the first coach of the national post-war taken the road of sports director with excellent results. Dall'ammiraglia led, for example, Hugo Koblet, Carlo Clerici and Charly Gaul, with whom he won four tours of Italy. His last runners were Vittorio Adorni and Gianni Motta, already optioned for turning professional but that did not have time to direct. He died prematurely as a result of the aftermath of two operations groped addressed to defeat the disease Parkinson.Nel 1994 in Mantua was opened a historical museum dedicated to war, guarded by the National Association of Blue Mantovani and that houses several relics, including the first pink jersey of the 1931 and the jersey of world champion; headquarters in Piazza Broletto, in some rooms of the Palazzo del Podesta, was the same as the museum dedicated to another famous sports Mantua, the driver Tazio Nuvolari. Currently the material of the museum dedicated to Learco Guerra is awaiting a new home.